È una bontà tutta napoletana, ma perché si chiama “parigina”? Spoiler: Parigi non c’entra niente!
Pomodoro, prosciutto cotto, mozzarella, un classico impasto di pizza sotto ed una fragrante pasta sfoglia dorata a coprire il tutto. Vero e proprio scrigno di bontà, la parigina rappresenta sicuramente un unicum nel panorama della ricca rosticceria napoletana.
La sua origine si perde tra storia e leggenda, a partire dal nome che lascerebbe pensare ad un rapporto con la Francia. Ma, come tutte le leggende, questa è solo una mezza verità.
Di francese nella parigina c’è sicuramente la pasta sfoglia: la sua invenzione viene tradizionalmente fatta risalire agli inizi del 1800 per opera del famosissimo chef Marie Antoine Carême e sarebbe stato un suo anonimo allievo, un Monsù (napoletanizzazione del francese Monsieur) alla corte dei Borbone di Napoli, a portare questa gustosa novità nel Regno delle Due Sicilie.
Nota come una delle merende preferite della regina Maria Carolina d’Austria, questo gustoso ed innovativo impasto spopolò rapidamente nel Regno, e a questo punto bisognava trovargli un nome degno. Nonostante le influenze d’oltralpe, però, Parigi non ha nulla a che fare con la nostra storia. “Parigina” deriva infatti dal napoletano “p’a reggina”, e significa semplicemente “per la regina”. Ben prima di Margherita di Savoia, dunque, era stata una regina di Napoli ad avere avuto una pizza dedicata tutta per sé. Se non è amore questo!