Pizza fritta: una prelibatezza Made in Naples
L’arte culinaria partenopea si identifica in tutto il mondo con un termine: pizza! Che sia al forno o fritta si tratta di una prelibatezza irrinunciabile. In entrambi i casi è appurato che l’origine sia partenopea. La leggenda narra che la pizza sia nata nel 1889 dalle abili maestranze del pizzaiolo Raffaele Esposito, che offrì alla regina Margherita la pizza che porta oggi il suo nome.
Ma cosa sappiamo, invece, della pizza fritta?
La pizza fritta inizia ad avere una certa notorietà nel periodo del dopoguerra, quando la pizza vera e propria diventa troppo costosa e molti forni a legna sono stati distrutti dai bombardamenti. Per questo i napoletani scoprono che, facendo cuocere la pizza nell’olio bollente, è possibile ottenere una pietanza altrettanto buona che sazia di più.
La pizza fritta acquisisce notorietà anche grazie al film di Vittorio De Sica: L’oro di Napoli. Qui Sophia Loren interpreta la moglie di un pizzaiolo che in pieno dopoguerra si occupa di vendere una pizza fritta. La pizza fritta veniva, inoltre, chiamata a ogge a otto, perché veniva comprata a credito. Dunque, si mangiava al momento e si pagava anche otto giorni più tardi.
Nella versione antica la pizza fritta includeva ingredienti poveri, alla portata di tutti: ricotta e cicoli. Oggi invece è possibile farcirla con ogni genere di bontà ed è possibile mangiare un impasto leggero e altamente digeribile se si usano gli ingredienti giusti.. Talvolta viene definita anche “montanara” anche se in origine questo nome era quello attribuito alla sua versione mignon. Infatti, veniva mangiata dai contadini delle zone montane nella pausa pranzo.
La preparazione della pizza fritta richiede, così come per quella tradizionale, grande impegno e competenza per equilibrare sapori e dosi. Chi decide di intraprendere la carriera di pizzaiolo non può che affidarsi ad un corso che insegna l’arte della pizza in tutte le sue declinazioni, inclusa quella fritta.